BORIS

Foto 1 – Bambola Boris conservata presso il Museo Civico di Canneto sull’Oglio (Foto di Gianluca Bottarelli, proprietà Museo Civico di Canneto sull’Oglio, Collezione del Giocattolo Giulio Superti Furga)

Foto 1 – Bambola Boris conservata presso il Museo Civico di Canneto sull’Oglio
(Foto di Gianluca Bottarelli, proprietà Museo Civico di Canneto sull’Oglio, Collezione del Giocattolo Giulio Superti Furga)

 

SCHEDA TECNICA:

 

oggetto: bambola

soggetto: Boris

genere e carattere: bambole caratteriali

produttore: Luigi Furga & C. Canneto sull’Oglio (Mantova)

epoca:  dopo il 1953 ed entro il 1960

materia: composizione e polistirolo

misure: altezza cm 45

stato di conservazione: buono

incisioni e/o marchi:   /

numero di inventario: 3926

data di acquisizione: novembre 2014

note descrittive occhi: marrone chiaro, mobili; bocca: chiusa; capelli: biondi, sintetici;

abito: colbacco nero e rosso in velluto e feltro, gilet in feltro rosso con fiori dipinti sul fronte, pantaloni alla zuava in velluto a coste grige, camicetta in cotone bianco con quattro bottoncini rossi, cintura in finta pelle beige, stivali in vernice rossa.

NOTIZIE STORICO-CRITICHE:

Foto 2 – Boris, dal Catalogo Furga del 1953  (Archivio del Museo Civico di Canneto sull’Oglio)

Foto 2 – Boris, dal Catalogo
Furga del 1953
(Archivio del Museo Civico di Canneto sull’Oglio)

Tra le ultime acquisizioni dell’Associazione Gruppo del Giocattolo Storico – ed ora visibile  nelle vetrine del Museo Civico – ci sembra doveroso segnalare questa bambola dal caratteristico costume russo e che porta il nome di Boris. Presso lo stesso Museo, nell’Archivio dei documenti, è conservato un catalogo1 cartaceo della ditta Furga risalente ai primi anni Cinquanta del secolo scorso. Si tratta di una cartella in cartoncino dalle ali pieghevoli, contenente numerosi fogli singoli stampati tipograficamente e illustrati talvolta da una fotografia di bambole, talaltra da un disegno colorato ad acquerello, con riportata la descrizione delle diverse produzioni.

La bambola Boris è raffigurata in questo catalogo: sullo stesso foglio troviamo anche la bambola Katiuska – anch’essa in abito che ricorda lo stile russo – oltre a due altre di foggia orientale: Mandarino e Butterfly; fanno parte di una serie di undici bambole, tutte realizzate con abiti regionali.

Piuttosto curiosa la descrizione che su questo foglio viene fatta delle quattro bambole illustrate: Corpo in materiale infrangibile alt. cm. 43. Testa girevole, occhi dormienti con ciglia, caratteristiche somatiche, razziali capelli fini2. Anziché definire le bambole in base all’abito regionale che indossano, si preferisce porre l’accento sulle loro peculiarità somatiche; e, laddove si illustra il materiale infrangibile usato per la produzione, si omette che si tratta di composizione per la testa e il busto, e dell’innovativo (naturalmente per i tempi) polistirolo per gli arti.

Il termine composizione (o compo) viene generalmente utilizzato per definire mescolanze di materiali diversi: pasta di legno,  scarti di carta, colla, gesso e altri materiali. Nella

Foto 3 – Pagina del Catalogo Furga del 1953 con le altre bambole “razziali”  (Archivio del Museo Civico di Canneto sull’Oglio)

Foto 3 – Pagina del Catalogo Furga del 1953 con le altre bambole “razziali”
(Archivio del Museo Civico di Canneto sull’Oglio)

produzione delle aziende cannetesi abbiamo due tipi di composizioni: il pastello ed il colaggio, entrambi comunque con caratteristiche molto simili. Il polistirolo, invece, è un materiale sintetico: a forma di granuli, veniva immesso in una macchina sulla quale era montato uno stampo – diviso in due metà – nel quale vi erano le impronte del corpo, della testa o degli arti che si intendevano produrre. I granuli di polistirolo venivano riscaldati elettricamente fino al punto di rammollimento: la pasta così ottenuta veniva spinta con grande pressione nella cavità degli stampi per mezzo di un cilindro iniettore o di una coclea. Dopo una pausa di raffreddamento, i pezzi così prodotti venivano espulsi dallo stampo e, trattandosi di due metà, dovevano essere uniti. Per questa operazione si utilizzava un collante a base di polistirolo sciolto con un diluente; quindi si procedeva  alla limatura ed alla raschiatura dei punti di giunzione.

Tornando al Catalogo a fogli mobili di cui si diceva, la bambola in questione è descritta al numero 43 come BORIS – Costume russo con ampi calzoni morbidi. Stivaloni uso pelle. Cinturone. Casacca in feltro con ricchi dipinti a mano che ricopre la camicia in taffetas guarnito. Kolbak.3.

Nel 2012, al Museo Nazionale delle Arti di Roma, una mostra dal titolo L’abito popolare russo ha evidenziano in modo esemplare due secoli di storia nell’abbigliamento di quella regione. Ecco la descrizione degli abiti maschili russi che si fa nella ricerca che corredava la mostra:

Il completo maschile era composto da camicia, pantaloni, cintura, calzature di pelle e di tiglio, e copricapo. La camicia era a forma di tunica, lunga fino al ginocchio. Era legata in vita con una cintura. Le maniche erano lunghe fino alle dita. Il colletto era costituito da una fettuccia sollevata che si chiudeva con un bottone. Sulle spalle stavano delle inserzioni, polik, rossi nelle camicie festive. Il tessuto utilizzato era lino o canapa, di colore bianco o a quadretti multicolori.

Foto 4 – Scena teatrale con balletto cosacco in abiti tradizionali           (http://angela--angela.blogspot.it/2007/02/cosacchi.html)

Foto 4 – Scena teatrale con balletto cosacco
in abiti tradizionali
(http://angela–angela.blogspot.it/2007/02/cosacchi.html)

I pantaloni, corti, erano costituiti da due stretti calzoni uniti tra loro da un’inserzione rettangolare. Erano lunghi appena sotto al ginocchio, dal momento che andavano infilati dentro gli stivali o ricoperti con le pezze da piedi. Erano sostenuti da una cintura di corda fatta passare nella piega dell’orlo superiore. Verso la fine del XIX secolo  viene introdotta la cintura con fibbia. La decorazione consisteva in una riga longitudinale.

Il copricapo era obbligatorio. Il capo veniva scoperto solo al cospetto di anziani e nobili in segno di rispetto e ubbidienza. Nelle stagioni miti si usavano cappelli di feltro, fatti di lana di pecora, di colore nero, marrone o grigio-bianco. In inverno si portavano copricapi pesanti di pelliccia, velluto, feltro, con l’interno foderato di pelliccia o imbottito di piume4   

Come potete vedere, queste caratteristiche si sposano bene con l’abbigliamento del nostro Boris, anche se la foto 4 ci fa pensare che il suo abito possa essere un costume tradizionale cosacco, anziché russo, sia per la somiglianza della foggia che nel colore delle stoffe5.

Ad ogni modo, il tutto sta ad indicare l’estrema meticolosità che la Furga poneva nelle sue produzioni: la realizzazione di questo abito testimonia dunque un’attenzione alla storia e alla cultura di quel popolo che fa onore alla storica azienda cannetese e alle sue modelliste.

Per concludere questa scheda, rimane da sottolineare un’importante connotazione artistica che, oltre ad essere servita per la datazione del catalogo sopraccitato, fornisce un ulteriore valore alla qualità della produzione Furga. La cartella in cartoncino rigido che contiene le varie schede del Catalogo Furga di cui abbiamo parlato è impreziosita, sulla copertina, dal ritratto della bambola  Tilly che si specchia in una psiche dalle colonnine in legno tornito. La riproduzione in acquerello, datato 1953, è opera di Aldo Raimondi (n. Roma, 1902 – m. Milano, 1997), noto artista italiano specializzato nell’illustrazione e nella pittura ad acquerello. Secondo una testimonianza orale raccolta negli anni ‘80 del secolo scorso, questo disegno riprenderebbe un quadro che effettivamente la famiglia Furga commissionò al famoso artista6.

Ci troviamo quindi di fronte ad un’ulteriore prova di come la Furga sia sempre stata attenta alla qualità delle proprie produzioni, ma soprattutto all’arte, alla cultura, alla moda del mondo che la circondava, arrivando a commissionare ad un illustratore come Aldo Raimondi (sue erano le copertine de La Domenica del Corriere), il ritratto di una propria bambola7 .
ING

 

NOTE:

 

  1. Catalogo “bambole FURGA”, 1953 (Archivio del Museo Civico di Canneto sull’Oglio, n. inv. 787)
  2. Ibidem
  3. Ibidem
  4. http://www.goleminformazione.it/articoli/abiti-tradizionali-russi-al-museo-nazionale-delle-arti-di-roma
  5. http://angela–angela.blogspot.it/2007/02/cosacchi.html
  6. Paola Beretta in un’intervista orale al commendatore Giulio Superti Furga.
  7. http://it.wikipedia.org/wiki/Aldo_Raimondi_%28pittore%29